Premio Internazionale “Le Velo”

admin 22 Dicembre 2008 0

Premi per Renato Di Rocco, i ciclisti “Diversamenti abili” Vigano e Podestà, il giudice Francesca Mannori

LUNEDI’ 22 dicembre 2008 SERA A SCARPERIA IL PREMIO INTERNAZIONALE “LE VELO”

SCARPERIA (FI).- Istituito nel 1997 su iniziativa di alcuni parlamentari europei, primo su tutti l’on. Riccardo Nencini, attuale presidente del Consiglio Regionale della Toscana e del Comitato Regionale Toscano di ciclismo, torna puntuale prima di Natale, il Premio Internazionale “Le Velo-L’Europa per lo sport” che si avvale della importante collaborazione del Comitato Provinciale di Firenze del Coni presieduto da Paolo Ignesti, e conferito ad atleti e personaggi dello sport che hanno espresso eccellenze nelle varie discipline. L’appuntamento è fissato per lunedì 22 dicembre alle 20 a Villa Il Palagio a Scarperia, quando saranno premiati su indicazione della Giuria, tre atleti vincitori di medaglia alla Paralimpiadi di Pechino. Si tratta della nuotatrice Maria Poiani, oro nei 50 stile libero, e dei ciclisti Paolo Viganò, medaglia d’oro nell’inseguimento LC4 su pista e Vittorio Podestà, argento handbike a cronometro su strada. Fra le personalità emergenti dello sport, il premio a Francesca Mannori che ha superato di recente l’esame per giudice di gara di ciclismo internazionale (prima donna in Toscana nella storia del ciclismo) ed a Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana. Il premio “Le Velo” si avvale del patrocinio anche del Parlamento Europeo, della collaborazione del Consiglio Regionale della Toscana, del Comune di Scarperia e di Telethon. Per l’edizione di quest’anno, la dodicesima, parte del ricavato dagli sponsor del Premio sarà devoluto all’Associazione Banco Alimentare della Toscana-Onlus, che ha tra i suoi scopi prioritari quello di sostenere e promuovere le iniziative della Fondazione Banco Alimentare, nell’intento di agire in favore di tutta la collettività, contribuendo alla soluzione dei problemi della fame, dell’emarginazione e della povertà.

ANTONIO MANNORI


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