89 candeline per Alfredo Martini

L’uomo immagine ancora scosso dalla morte del “Ballero”

89 CANDELINE PER ALFREDO MARTINI
MA SARA’ UN COMPLEANNO DIVERSO

ANTONIO MANNORI

Sesto Fiorentino

IERI l’altro al Tettuccio di Montecatini Terme in occasione del suo applaudito e commosso intervento per ricordare Franco Ballerini durante la presentazione della Tirreno-Adriatico, l’uomo immagine del nostro ciclismo, Alfredo Martini, ricordava come Franco Ballerini fosse di casa a Sesto Fiorentino. “ Era uno di famiglia, il caffè per lui c’era quasi tutti i giorni, anzi voglio aggiungere – disse Alfredo –  Franco è come fosse ancora in famiglia ”. Proprio per questo in quella casa nel centro di Sesto, oggi il compleanno per questo grande personaggio definito maestro, saggio, simbolo, ambasciatore e via di seguito, sarà diverso, troppo recente ed ancora vivo dentro di lui l’immenso dolore sopportato per la morte del commissario tecnico della nazionale azzurra. Mancherà la telefonata di Franco assieme alle tantissime altre che arriveranno a casa Martini dove nell’intimità della famiglia, con la moglie Elda, le figlie Silvia e Milvia, i nipoti ed  parenti, Alfredo spegnerà le 89 candeline che occorrono per ricordare gli anni già trascorsi da questo gentiluomo. Si commuoverà anche oggi, come nove anni fa quando tutta Sesto Fiorentino lo festeggiò al Palasport per gli 80 anni e Gianni Bugno uno dei suoi “figliocci” azzurri che gli regalò due titoli iridati a Stoccarda e Benidorm quando era commissario tecnico, gli mandò un biglietto d’auguri con scritto < se io fossi il ciclismo ti direi “ottanta” nostalgia di te >. Alfredo non riesce ancora a darsi pace della scomparsa del “Ballero” e quando a Montecatini due giorni fa scorrevano le immagini di Franco corridore sulle infami pietre della Parigi-Roubaix, scuoteva la testa stretta tra le mani, che servivano anche a nascondere l’emozione e le lacrime. In questa giornata del compleanno non ricorderemo quello che è stato come atleta, direttore sportivo e per 23 anni “ cittì ” della nazionale italiana con le sei medaglie d’oro vinte, ma preferiamo tornare ancora sulle sue parole pronunciate a Montecatini Terme.

“ Il ciclismo è amato ancora dalla gente nonostante il male che si è procurato. E’ un esercizio sportivo complesso e difficile, occorrono sacrifici, non è come infilarsi un paio di mutandine e scendere in campo. E’ lo sport che più di ogni altro somiglia al lavoro. A un lavoro umile. Quando le sofferenze diventano atroci sotto la pioggia, la grandine, oppure la neve sul Gavia o sul Mortirolo, quando i morsi del freddo lungo le discese sono continue fitte ai limiti della sopportazione, quando devi gareggiare sotto il sole che picchia e ci sono 40 gradi, l’amore degli sportivi e degli appassionati diventa adorazione per i corridori. Ma questo – aggiunse Martini – non è sadismo è solo ammirazione e orgoglio. I corridori non devono tradire gli sportivi ed i tifosi come è successo in varie occasioni, anche troppo spesso, guai a perdere il pubblico che merita rispetto ed è il termometro del nostro sport ”. Alfredo Martini tra qualche giorno sarà chiamato in causa per esprimere il suo parere sul nuovo commissario tecnico che dovrà essere scelto dal Consiglio federale, ma intanto tantissimi auguri a questa bandiera del ciclismo nel mondo.

Il compleanno di Alfredo Martini

Inimitabile personaggio delle due ruote

Cristiano Lucarelli e Alfredo MartiniSESTO FIORENTINO.- Classe 1921, compie oggi 88 anni, Alfredo Martini, uno dei grandi personaggi del ciclismo, che anche oggi con grande lucidità, è esempio straordinario per tutto il movimento. Anche oggi Martini quando prende parte alle feste, si accorge di quanto ha seminato bene. Per tutta la vita. Prima come atleta negli anni ’40 e ’50, amico di Bartali, Coppi, soprattutto di Magni e di tanti altri campioni, quindi come direttore sportivo di club, ma soprattutto straordinario c.t. azzurro per 23 anni con 6 ori vinti, 7 argenti e 7 bronzi. Un profilo tecnico ed umano inimitabile. Ogni suo intervento, l’ultimo alla festa della Maltinti pochissimi giorni fa, strappa applausi, le sue non sono mai parole vuote, ma utili insegnamenti. Dopo che ha parlato lui, gli altri sono in “difficoltà” ma Alfredo è grande anche nella sua semplicità, pur avendo scritto pagine splendide della storia di questo sport. Qualche giorno fa gli chiedemmo di ricordarci in sintesi i sei mondiali vinti da “cittì” e lui pronto. “ La zampata di Moser a San Cristobal, la fucilata di Saronni a Goodwod, il graffio di Argentin in Colorado, il guizzo di Fondriest a Renaix, i micidiali colpi di Bugno a Stoccarda e Benidorm “. Ricordi sempre vivi, tecnici ed umani; 88 anni e non sentirli, ed allora tanti altri anni ancora, ed auguri grandissimo Alfredo!

ANTONIO MANNORI

Fonte della fotografia: Regione Toscana